padiglione incontri_libri> 19.11.22 con MARCELLA FORMENTI
Sabato 19 Novembre, in occasione di BOOKCITY, a partire dalle 14.30 al padiglione incontro con Marcella Formenti, autrice di “Nuda dentro” in dialogo con Sofia Parodi. Accompagnamento musicale classico a cura di Elena Bacco e Lucia Corini.
Per informazioni tel 342.5565095 info@padiglione.org
> Nuda Dentro è un romanzo storico che abbraccia tutto il secolo scorso. A parlare sono quattro io narranti, quattro donne di un’unica famiglia che si passano il testimone nel raccontare parte delle loro vite. A fare da sfondo c’è la storia di Italia. Si parte dal primissimo novecento, le due guerre mondiali, il boom economico e gli anni di piombo, per arrivare agli anni ottanta. Nuda Dentro è, dunque, una saga familiare al femminile. Una famiglia che risale lo Stivale, di generazione in generazione, in una metaforica maturazione della famiglia stessa. Sono quattro ferite profonde, ancora sanguinanti, quattro grandi dolori prodotti dagli accadimenti storici e al tempo stesso da un materno quasi mai funzionante. Il romanzo nasconde una forma di presa di coscienza, una maturazione, attraverso i drammi biografici di queste donne che arriva al compimento di una maternità positiva. Uno dei temi principali è proprio il rapporto madre – figlia, che rappresenta una corda tesa lungo tutto il racconto. Lo ritroviamo in modo esplicito come anticipazione nel prologo e come chiusura nell’epilogo, e nel susseguirsi dei capitoli interni a suggerire una lunga gestazione. Emergerà un materno non adeguato che ha determinato una sorta di maledizione familiare e che solo con i continui aggiustamenti e crescite delle generazioni successive ha potuto trovare una forma sana ed equilibrata. A ogni personaggio sono dedicati dieci capitoli. Le descrizioni dei paesaggi sono minuziose, indugiano sui dettagli per descrivere gli ambienti, al fine di creare per ognuno una fotografia. Ne verrà fuori quello che potremmo definire un album di famiglia. Il tempo usato è prettamente il presente. Lo ho voluto usare per svariati motivi: per portare in primo piano il personaggio, quasi fosse stato chiamato su un banco dei testimoni a raccontare la sua versione dei fatti; perché ho creduto fosse utile nel creare meno distanza possibile con il lettore; infine per riprodurre un senso di immediatezza, di ferita aperta non rimarginata e dare la sensazione che per lo stesso personaggio il racconto fosse qui e ora, ancora vivo.